Il concetto del Sublime

“Annibale e il suo esercito attraversano le alpi”, William Turner

Salve! 

Ciò di cui voglio parlarvi oggi è il concetto del Sublime di cui sicuramente la maggior parte di voi avrà sentito parlare o magari avrà incontrato durante il suo percorso di studi.
L’interpretazione più famosa e nota del Sublime è da attribuire al filosofo Immanuel Kant, ma in realtà questo tema ha origini molto più antiche. Il primo testo a stabilire il canone della bellezza assoluta, è il trattato intitolato “Sul Sublime” (I secolo d.C.) di Cassio Longino (anche se la sua attribuzione è dubbia). Abbiamo detto che questo fu un trattato che potremmo definire “estetico”; tuttavia, esso non riguarda esclusivamente l’analisi dei canoni di bellezza, ma si focalizza anche sull’effetto che il Sublime suscita nell’animo umano. Quest’opera ebbe un’influenza enorme per molti secoli, soprattutto nel Settecento quando il Sublime divenne l’elemento cardine dell’Estetica.
Lo studioso Edmund Burke, nel 1757, pose il concetto del Sublime su un livello ancor più elevato, anteponendolo al concetto stesso di Bello: ciò stravolse un’intera tradizione che fa riferimento all’idea del bello platonico. Tutto questo Burke lo espose nel suo trattato “Indagine sull’origine delle nostre idee di Sublime e Bello”. Egli innanzitutto catalogò gli oggetti che suscitano nell’animo umano il sentimento del Sublime; quindi, analizzò in che modo tali oggetti entrano in relazione con l’umano sentire e generano questa struggente emozione.
Burke operò una contrapposizione tra il Sublime e il Bello. Il primo affonda le sue radici nella paura che l’uomo prova dinanzi a fenomeni che egli avverte come distanti e pericolosi, terribili (ad esempio un mare burrascoso). Come si può immaginare, la paura maggiore dell’uomo è la morte e dunque il Sublime diviene una forza legata alla distruzione. Al contrario, il Bello è rappresentato come una forza costruttrice e generatrice, poiché invece sorge dalla componente vitale dell’uomo, che va verso la vita e si manifesta attraverso le relazioni interpersonali, i sentimenti positivi e la fecondità del pensiero, delle emozioni e anche della sessualità.
Secondo tale concezione, il Sublime non è altro che lo stupore che l’uomo prova quando si trova dinanzi alle forze maestose della natura, così potenti che possono mettere in pericolo la fragilità e la debolezza dell’effimera esistenza umana. L’uomo però non è totalmente sprovvisto di mezzi: mediante la ragione, l’uomo umilmente riconosce i suoi limiti e allo stesso tempo trova possibili soluzioni per comprendere i meccanismi naturali.
Come accennavo, sicuramente la posizione più celebre è quella di Kant, che egli espose nella “Critica del giudizio”. Secondo Kant vi sono due tipi di Sublime. Il primo è il Sublime dinamico, che come quello di Burke rappresenta una forza distruttrice e pone l’uomo di fronte all’immane potenza soverchiante della natura; il secondo è il Sublime matematico, ovvero la contemplazione dell’immensità della natura che non conduce a una visione annientatrice, ma al contrario porta la mente umana ad espandersi e ad esplorare nuove dimensioni, prima di tutto la dimensione etica e quella sovrasensibile. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, basta far l’esempio di un bel tramonto: osservandolo, tutti noi rimaniamo estasiati da questo spettacolo e ci chiediamo quale sia l’origine (forse sovrannaturale) di una bellezza così disarmante.
Infine, durante il nostro breve viaggio alla ricerca di questa forza misteriosa, incontriamo il poeta tedesco Schiller con il suo trattato intitolato “Del Sublime”. Secondo lui, esistono due geni (che a me ricordano un po’ una versione doppia del daimon socratico) che ci accompagnano lungo la nostra esistenza terrena e guidano le nostre scelte estetiche ed etiche: il primo di queste due entità è il sentimento del Bello. Tale sentimento guida le nostre scelte estetiche verso gli oggetti belli; si tratta però di un criterio di bellezza che fa riferimento esclusivamente alla percezione sensoriale e quindi non va oltre l’esistenza terrena. Invece, il secondo genio è il sentimento del Sublime, mediante il quale noi riusciamo a contemplare una bellezza che va oltre l’appagamento sensoriale. In questo caso, il Sublime è generato da un’armonia tra la sofferenza e la serenità, tra l’inquietudine e la quiete. Si tratta di un sentimento silenzioso, ma costante e duraturo, inesorabile come lo scorrere incessante della corrente di un fiume che conduce al mare infinito.
Personalmente, io mi sono innamorata di questo concetto dalla prima volta che lo studiai. L’uomo teme la natura e si sente inferiore a essa. Dunque fa di tutto per soverchiarla fino a raggiungere la presunzione di essere diventato a lei superiore, e si comporta con prepotenza. Adesso, i danni che abbiamo provocato stanno avendo i loro effetti anche su di noi. Di sicuro, se l’uomo considera se stesso come un’entità separata dalla natura e si comporta come sta facendo adesso, dimostra tutta la sua inferiorità e brutalità; ci vorrebbe più impegno, amore e riconoscenza verso Colei che invece non ci delude mai.

Un bacio a tutti! 🙂 

7 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. Cuore di tenebra
    Lug 10, 2017 @ 02:36:19

    Se mi permetti, abbiamo anche nell’antica Grecia testimonianze del sublime con Il Trattato dell’anonimo sul Sublime, una vera perla nella letteratura greca del periodo ellenistico e post-ellenistico che a me, personalmente, non fa impazzire!

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  2. Italo Bonassi
    Lug 10, 2017 @ 11:16:50

    Il tuo articolo sul sublime mi è tanto piaciuto da chiederti l’autorizzazione di pubblicarlo, citandoti, nella rivista bimestrale letteraria QUADERNI,nel prossimo numero di settembre.
    I QUADERNI del Gruppo Poesia 83), che io dirigo da 20 anni, vengono stampati a cura della Provincia di Trento.
    Se accetti, mandami per e-mail il tuo indirizzo per spedirtene una copia, qando saràuscia
    Altrimenti, naturalmente amici come prima

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    • Giulia
      Lug 10, 2017 @ 15:02:22

      Certamente, per me sarebbe un immenso piacere! Tuttavia, dal momento che si tratta di una pubblicazione su una rivista, vorrei apportare delle migliorie e rielaborarlo in modo ancora più accurato. Se lei apprezzerà anche questa nuova versione, sarò molto lieta di permetterne la pubblicazione. La mia e-mail è: giulia.difresco.palermo@gmail.com Se mi invia la sua, posso inviarle la nuova bozza. Grazie mille per il suo apprezzamento, a presto!

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  3. Italo Bonassi
    Lug 10, 2017 @ 11:19:19

    errore di battuta: quando sarà uscita

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  4. SaraTricoli
    Lug 10, 2017 @ 16:48:11

    Molto bello questo articolo, interessante e scorrevole… complimenti per la futura pubblicazione 😉

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